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5 giugno 2010

Gentile la signora, però il conto è un po’ salato. D’altra parte non avevo alternative, anzi, penso che d’ora in avanti i prezzi saranno piuttosto elevati. Comunque la signora le uova all’occhio di bue me le ha fatte sode e il bacon sembrava baccalà. E brava la signora. Però gentile, almeno!

Lascio il B&B dopo aver fatto i soliti controlli alla moto. Il cielo è blu e promette bene. Per prima cosa rifornisco al distributore che ieri sera era chiuso, poi mi avvio sulla strada. Faccio subito un avvistamento di una coppia di black beard che sono sul lato destro della strada. Mi fermo sul ciglio e rimaniamo a guardarci negli occhi. Dopo un po’ si stancano e se ne vanno.
Arrivo a Fort Nelson e cerco un rivenditore di olio motore. Meglio fare scorta in previsione dei km che mi mancano e dei prezzi che aumentano. Fuori dal paese  un cartello avverte che non ci sono stazioni di servizio per 245 km. La strada è buona e non dovrei aver problemi d’autonomia. Come al solito, il traffico è costituito quasi completamente da mezzi di turismo, in particolare camper, anzi, corriere adibite a camper, con auto al rimorchio. Da noi ci vorrebbe la patente z.
É straordinario come venga fatta la manutenzione della strada. Anche a 200 km dal più piccolo villaggio, ci sono le aree di sosta con i wc, i bidoni della spazzatura e l’erba tagliata, mai un foglio di carta, una bottiglia vuota o un sacchetto di plastica a terra.
Ad un certo punto intravvedo delle strane lagune. Qualcosa attrae la mia attenzione. Rallento, mi fermo e torno indietro. E si, come pensavo, sono laghetti artificiali, nel senso che sono stati creati a seguito della costruzione di una serie di dighe. Con che materiale? Legno!! Attorno ai laghetti si vedono alberi recisi e il moncone di tronco che sorge dall’acqua presenta la caratteristica forma conica provocata dagli incisivi dei castoro. Rimango ad aspettare ma gli animali non si fanno vedere. Dopo poco si ferma una moto. E Mick, un ragazzo irlandese che sta girando l’america come me. Per ora sale verso nord, partito da Seattle, ma poi scenderà fino a Panama. Ci presentiamo e decidiamo di proseguire assieme per quanto ci resta da percorrere oggi. Il problema dei distributori è serio, bisogna stare attenti a non perderli, quando ci sono, perchè altrimenti la distanza raddoppia e si rischia di rimanere a secco. Facciamo perciò benzina ogni volta che ci capita di vedere una pompa. Il prezzo sale e qualcuno ne approfitta al punto di raddoppiarlo.

A sera arriviamo a Hot Spring. Una locanda, senza camere libere, un campeggio e nessun distributore, niente copertura di rete, nè di telefono. Non mi rimane che l’opzione tenda. Terminata l’operazione di montaggio e sistemati i bagagli, andiamo alla Hot Spring. Un camminamento su palafitte ci porta fino alla fonte.Nella vasta piscina naturale fumante c’è ancora molta gente, nonostante sia tardi. Entriamo anche noi. L’acqua scotta a tal punto che bisgna immergersi con cautela e lentamente. Vicino alla sorgente supera i 55 gradi. Un bel bagno rilassante era proprio ciò che mi serviva.
Torniamo alla piazzola, inseguiti dai feroci mosquitos ed accendiamo un falò per allontanarli con il fumo. Sembra che funzioni. Alle unidici è ancora chiaro ma ci buttiamo sotto la tenda perchè la giornata è stata comunque dura.
Domani Mick rimarrà a riposarsi qui, mentre io vorrei partire presto ed arrivare fino a White Horse, nello Yukon. Per Fairbanks mancano 1.750 kilometri. Le notizie sulla viabilità da lì a Deadhorse, sono controverse. Sarà necessario verificare meglio una volta sul posto. Anche la meteo sarà determinante nella decisione. Se dovesse piovere sarei costretto a rinunciare in quanto gi pneumatici che monto non sono adatti per il fango.


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Download itinerario del 5 giugno 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


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