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6 giugno 2010

Il freddo della notte si è fatto sentire. Anche i rumori della foresta in cui siamo immersi, sono stati una compagnia. Quando Nini è rientrato in Italia, per sbarazzarmi di più peso possibile, ho sciaguratamente infilato nella borsa anche il sacco a pelo che avevo portato con me per tante migliaia di kilometri. Si sa, quando fa caldo da tanto tempo, sembra impossibile che si possa anche aver freddo. Tant’è che mi son dovuto vestire con tutti gli strati di cui disponevo. Fortunatamente ho sempre con me una di quelle speciali coperte salvavita costruite con un foglio di argento e oro di spessore micrometrico che servono per trattenere il calore del corpo. Verso le 4 di mattina battevo comunque i denti ed allora ho acceso il riscaldamento interno, ingurgitando una sostanziosa barretta di miele e dolcezze varie che mi ha dato sufficenti calorie fino a mattina.

Nell’incognita di cosa troverò più’ avanti, appena troverò un paese vero, dovrò procurarmi un sacco a pelo. In quest’area ci sono moltissimi campeggi ma pochi altri tipi di alloggi e molti di questi sono anche chiusi, come pure molti distributori di benzina.Avrei tanto desiderato un’altra immersione nell’acqua bollente della fonte termale ma avrei perso troppo tempo. Oggi voglio arrivare a Withehorse e mancano 650 km. Considerando che non voglio correre a più di 110 km/h per risparmiare la moto, che mi devo fermare tutte le volte che vedo una pompa di benzina e che devo anche mangiare e scattare qualche bella foto, mi ci vorranno almeno 10 ore. Alle 10,30 sono pronto. Mick si ferma ancora un giorno, io vado. Ci scambiamo le reciproche mail e ci salutiamo con la promessa di risentirci più avanti, lungo la strada.
650 km non sono tanti ma serve comunque un sacco di tempo. Potrei andare più veloce, come nel tratto percorso ieri con Mick ma ritengo che per un’ora in meno di viaggio ci siano troppe controindicazioni. Vediamo i vantaggi dell’andare piano: a 110 all’ora il motore gira a meno di 5000 giri e si sente che respira bene, non è sotto sforzo. Consuma meno olio (molto meno) e meno benzina (che non guasta). Si viaggia più rilassati e c’è una maggior possibilità di guardarsi attorno in cerca di avvistamenti di animali selvatici. Infine ci vuol meno a fermare la moto se si nota uno scorcio di panorama che val la pena di fotografare. Se si corre è più difficile attaccarsi ai freni ed in genere si tira dritto.
C’è anche una questione di sicurezza da non sottovalutare. Ogni tanto si vedono infatti sull’asfalto tracce di sangue e qualche carcassa di animale a lato strada.
Procedo comunque spedito e faccio molte riprese con la videocamera del casco (solo in serata mi accorgerò poi che le batterie erano scariche). Ad un tratto, in lontananza, una sagoma nera si staglia contro il cielo. Rallento ed arrivo a fermarmi a poche decine di metri da un colossale bisonte che sta attraversando la carreggiata. Si prende tutto il suo tempo e va a raggiungere 3 altri bestioni che pascolano sul prato. Sono davvero enormi ma hanno un’aria pacifica. Sono un po’ impressionato e non conoscendo il carattere delle bestie, non le perdo di vista e seguo tutti i loro movimenti. Ho fermato la moto, spento il motore e aperta la borsa per estrarre l’attrezzatura fotografica. Per far tutto ciò devo anche togliermi i guanti. Pian piano, sempre brucando, la piccola mandria comincia ad avvicinarsi. Sto riprendendo la scena e quando abbasso la videocamera, realizzo che gli animali si sono avvicinati fino a pochi metri. Non mi sento tranquillo e in tutta fretta infilo le cose alla rinfusa nella borsa, non metto nemmeno i guanti ed accendo il motore. Loro non si scompongono. Mi allontano quanto basta, mi fermo nuovamente e metto tutto a posto. Mi sono emozionato. Ho pensato a quanti di questi bestioni popolavano questo territorio ed a come sono stati annientati dall’avidità e stupidità dell’homo sapiens.
Continuo a viaggiare. Le ore passano ma il sole è sempre alto. C’è un’atmosfera strana, quasi irreale. Il cielo è chiaro e luminoso come in pieno giorno ma quando il sole viene momentaneamente coperto da una nuvola, quasi cala la notte e la temperatura cala subito di qualche grado.
Arrivo a Whitehorse che sono già le 21 ed è ancora giorno pieno. A mezzanotte chiudo le tende per avere un po’ di buio.


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Download itinerario del 6 giugno 2010 >> (per visualizzare il tour è necessario Google Earth)


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Un Commento a “6 giugno 2010”

  • flcec:

    Caro Ugo
    se vai a Fairbanks vuol dire che ti spingerai fino a Prudhoe Bay oppure torni ad Ankorage! Nell’ansiosa attesa di conoscere la tua decisione mi raccomando VA PIAN!?!

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